giovedì 21 gennaio 2016

Il linguaggio segreto del corpo di Anna Guglielmi

Mi sono divertito a leggere questo libro che parla di comunicazione. Comunicazione non verbale per essere precisi. Di che si tratta? Escludendo la comunicazione che avviene tramite le nostre corde vocali, cioè il linguaggio propriamente detto (linguaggio verbale) e il linguaggio paraverbale (tono, timbro, volume, ritmo, velocità), tutto ciò che rimane è la comunicazione non verbale. Parliamo di un linguaggio molto vasto, dalla mimica facciale, alla postura, dai gesti agli sguardi, ecc. Comunemente si pensa che solo il lunguaggio verbale sia importante o comunque sufficiente per un'efficace comunicazione, in realtà è quello che incide in misura minore, solamente per il 7% della comunicazione totale. Come avrai percepito la comunicazione non verbale la fa da padrone con un'incidenza del 55% del totale. Questo cosa significa? Vuol dire che se tu affermi una cosa ma con il tuo linguaggio non verbale dici l'esatto opposto non verrai creduto. Non importa se il tuo interlocutore non è un esperto di comunicazione non verbale, a livello inconscio percepirà l'incongruenza, (le menti inconsce comunicano fra loro molto efficacemente a nostra insaputa), magari dirà fra sé: “Beh, mi ha detto così e così, ma non sono molto convinto...”. Forse si fiderà ma sarà la prima e l'ultima volta che lo farà (si spera). La cosa molto bella e giusta è che il linguaggio non verbale non è controllabile, o almeno si riesce a controllarlo in parte e in maniera molto difficoltosa, questo perché per l'appunto è un linguaggio inconscio, inconsapevole. Non possiamo così mentire con questo tipo di linguaggio, un gesto, un piede in una certa direzione, un'inclinazione posturale non si controllano molto facilmente e forse ci rendiamo conto di questi troppo tardi, una volta che sono già avvenuti. Una cosa che si può fare è apprendere le regole basilari di questo tipo di linguaggio, non per servirsene in maniera scorretta nei confronti di altri ma per smascherare eventuali bugie o quantomeno per capire meglio una comunicazione povera e ambigua. Rendere una comunicazione più ricca di contenuti, sia leggendo meglio quella degli altri sia esprimendo meglio la nostra con l'uso consapevole di gesti, movimenti, ma anche la maniera di vestire (vestemica) o la gestione degli spazi sociali (prossemica) o ancora dei contatti fisici (aptica). È un mondo affascinante che ci fa capire la realtà della nostra complessità di esseri umani, di quanto poco siamo consapevoli di noi stessi e del nostro mondo. Certo, molto linguaggio non verbale lo sappiamo già leggere, non serve studiare un libro per questo. Capiamo un'espressione arrabbiata o soddisfatta, un gesto di stizza o di ringraziamento, ma molti altri atteggiamenti non li conosciamo. Possiamo diventare consapevoli di alcuni atteggiamenti che magari usiamo a nostro discapito e cercare di cambiarli. Tanto per fare un esempio non è molto carino atteggiarsi con nuove conoscenze mettendosi le mani sui fianchi e magari allargare le gambe, questa postura trasmette una certa dose di arroganza che allontana gli interlocutori e non funziona molto bene se vogliamo ottenere l'opposto. Come ho detto prima, diverse posture e gesti sono controllabili consapevolmente e dato che il sistema mente-corpo è un tutt'uno, modificando l'uno, piano piano riusciamo a modificare l'altro, (se ci atteggiamo come nell'esempio precedente è molto probabile che abbiamo una certa dose di arroganza anche a livello mentale, l'atteggiarsi diversamente modificherà piano piano questo difetto, sempre che lo si voglia fare). Ma vediamo meglio questo libro. Dopo una breve ma interessante introduzione un primo capitolo è dedicato alla prossemica, cioè gli spazi sociali. Il secondo capitolo parla di tipologie e temperamenti secondo varie discipline e studi. Nel terzo, quarto e quinto troviamo descritte le posture, e rispettivamente come si sta in piedi, come si cammina e come si sta seduti. Il sesto capitolo è dedicato a come si dorme, mentre nel settimo, ottavo e nono troviamo descritta la gestualità delle braccia, delle mani e il significato delle mani al viso. Il decimo ci svela il significato del giocare con gli occhiali, l'undicesimo il significato di come si fuma, mentre il dodicesimo parla di come si comunica con la testa (sguardo, espressione, bocca, voce, ecc.). Un capitolo finale descrive vari esempi. Tutto il libro è corredato da disegni molto ben fatti ed efficaci. Mi sembra sia stato Cesare Pavese a dire che “Il problema della vita è questo: come comunicare bene con gli altri”. Se lo facciamo infatti potremmo renderci conto di poter risolvere una gran quantità di problemi molto facilmente, senza ricorrere ad altri metodi più complessi e spesso inattuabili.
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