domenica 30 novembre 2014

Il coraggio di diventare ricchi di Peter Borgman

Occorre una buona dose di coraggio per vivere una buona vita. Senza questo probabilmente non riusciremmo neanche ad alzarci la mattina. Ma ne serve un quantitativo maggiore se vogliamo apportare dei significativi cambiamenti nella nostra esistenza. Il cambiamento richiede coraggio proprio perché nello status quo, nel cosiddetto stato di comfort, tutto si è automatizzato, tutto è divenuto abitudine, succede e basta. Non siamo neanche presenti poiché non abbiamo bisogno di essere consapevoli mentre facciamo le stesse cose che abbiamo fatto ieri e i giorni precedenti. Possiamo focalizzare la mente sul passato, o sul futuro, e così il presente se ne fugge, e poi ci chiediamo dove se ne è andato il tempo. Se invece ci concentriamo sul cambiamento viviamo nel presente, siamo vivi e ci godiamo la vita, facciamo, agiamo, pensiamo, parliamo, ecc. il tutto in maniera abbastanza consapevole. Ogni minuto ha in serbo una novità, nulla è scontato, non ci annoiamo, non viviamo come automi pre-programmati, viviamo come esseri intelligenti e, se vogliamo, spirituali. In pnl un autore, del quale ora non ricordo il nome, ha messo a punto una serie di bisogni fondamentali dell'uomo, fra questi vi è il bisogno di sicurezza, ma al secondo posto cosa c'è? Il bisogno di insicurezza, o varietà, (per la cronaca gli altri sono: il bisogno di sentirsi importanti, il bisogno di amore, il bisogno di crescita e il bisogno di contribuire). Questo significa che abbiamo sì il bisogno di essere al sicuro ma è fondamentale avere anche una certa dose di varietà, novità, ed anche, perché no, un certo numero di problemi da risolvere. Sennò sai che noia. E così il cambiamento fa parte di quel bisogno di insicurezza, ed in parte anche del bisogno di crescita. I cambiamenti ci fanno uscire dal guscio che ci siamo costruiti, ci attende all'esterno la sfida, la possibilità di vincere e riuscire ma anche la possibilità di fallire ed essere sconfitti. Ascolta bene: la vita merita anche un certo numero di fallimenti piuttosto di apatia, noia ed immobilità. E poi un elevato numero di persone di successo dicono che hanno imparato molto più dai loro fallimenti che dai loro successi. Ed allora? Dov'è il problema? Il guaio è che per attuare dei cambiamenti serve coraggio, ed il coraggio è il contrario della paura che è il vero ostacolo alla nostra evoluzione. La beffa è che quasi tutte le paure che abbiamo, che riguardano avvenimenti negativi, ce le inventiamo di sana pianta, questi fatti non esistono nel presente e quasi sicuramente non esisteranno neanche nel nostro futuro. Ed anche per diventare ricchi serve una buona dose di coraggio, se non altro per modificare tutta una serie di azioni e soprattutto pensieri che ci fanno rimanere nella mediocrità o nella povertà. Ed ora ecco un bel “pugno sul naso”. Negli ultimi anni mi sono accorto che è molto più probabile trovare fra le persone ricche, o comunque persone senza problemi di soldi, atteggiamenti quali onestà, tolleranza, generosità, apertura mentale, intelligenza, apertura di cuore, ecc. che fra le persone che tirano a campare, o persone povere. Se ci chiacchiero un pochino con queste ultime, dopo pochi minuti colgo atteggiamenti e discorsi di lamentela, giudizio, vittimismo... Dove voglio arrivare? Alla conclusione che il coraggio di diventare ricchi è anche il coraggio di cambiare se stessi, in meglio ovviamente. Questo libro è un'altra piacevole lettura adatta a tutti che nella sua semplicità rivela cose molto utili per spronarci verso una futura ricchezza. È molto ricco di citazioni di personaggi più o meno famosi e contiene all'inizio un interessante “profilo del ricco”, una trentina di domande alle quali rispondere, e l'obiettivo è quello di dare, in maniera sincera, delle risposte affermative. Se le risposte dovessero essere negative bisognerebbe lavorare sopra al settore che riguarda la domanda stessa. Anche questo autore, come oramai molti altri, si è accorto che l'importanza primaria del successo in ogni settore della nostra vita risiede nella nostra mente, e allineare il nostro subconscio con la nostra mente conscia è il lavoro fondamentale per ottenere tutto quello che ci proponiamo, altrimenti ci attende un sicuro fallimento. Un capitolo intero è dedicato a questa parte della nostra mente molto potente, il nostro subconscio appunto. Un altro capitolo è dedicato a tutte quelle cose che ostacolano la nostra riuscita: i pregiudizi, le scuse, l'ambiente, gli obblighi nei confronti degli altri e soprattutto la paura. Un successivo capitolo è dedicato al potere dell'immaginazione. Poi troviamo dei capitoli dedicati all'azione: l'importanza di avere degli obiettivi, la disciplina, l'importanza di essere dei perfezionisti, essere curiosi, saper superare ostacoli ed insuccessi, e soprattutto essere perseveranti. Insomma una piacevole lettura, certamente non all'altezza di altre su questo argomento, ma comunque un libro che mi è piaciuto leggere per convalidare cose che già sapevo e per scoprire anche qualche piccola perla, cito questa sulla perseveranza di Ray Kroc: “Persevera. Nulla al mondo può sostituire la perseveranza. Non il talento: niente è più comune di un fallito dotato di talento. Non il genio: il genio incompreso è quasi proverbiale. Non l'istruzione: il mondo è pieno di gente istruita e in miseria. Fermezza e determinazione sono onnipotenti”.
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lunedì 24 novembre 2014

Expect Miracles di Joe Vitale

Spesso quando pensiamo ai miracoli ci aspettiamo di avere a che fare con fenomeni eclatanti, grandiosi, eccezionali. In realtà i miracoli avvengono quotidianamente durante tutta la nostra esistenza. Sono anche piccole cose, o meglio, attribuiamo noi il fatto che siano piccole ma in verità sono cose magnifiche. Pensa al solo fatto di vedere. Guardi con i tuoi occhi il mondo e lo vedi di mille colori e sfumature, non è questo un miracolo? Oppure il fatto che domani avrai del buon cibo appetitoso da gustare è anche questo un miracolo. Ma soprattutto le piccole trasformazioni che notiamo in noi stessi sono dei miracoli, trasformazioni e miglioramenti che a volte vediamo anche in altre persone con le quali veniamo in contatto. A me capita spesso... L'universo probabilmente non ama essere rumoroso, non ama la spettacolarità, almeno dal mio punto di vista. Nella mia vita sono successe molte cose positive ma quasi sempre non mi sono reso conto mentre stavano succedendo, ma successivamente, confrontando la situazione raggiunta con quella precedente. Ripeto, l'universo è molto garbato, delicato e spesso agisce silenziosamente, in punta dei piedi. I miracoli avvengono, solo che spesso non ce ne rendiamo conto. I miracoli però dobbiamo in un certo senso farli avvenire. Non sono automatici, dobbiamo innescare la scintilla per poter vederli realizzarsi. E qui vorrei farti notare la grande saggezza e il grande dono che abbiamo avuto dall'universo, o dal divino, chiamalo come vuoi. La libertà assoluta di fare quello che vogliamo. Abbiamo la libertà di fare ciò che vogliamo, sempre! Libero arbitrio è chiamata questa facoltà. Abbiamo la libertà di scegliere una vita piena di gioia oppure no, una vita felice o misera, ricca o povera. Siamo noi che scegliamo, quasi sempre inconsapevolmente, ma a volte anche in maniera consapevole. Ecco il miracolo, la vita rispecchia quello che sei, né più né meno. Sento già le proteste: ma tutti vogliono scegliere una vita felice, gioiosa, ricca, in piena salute, come mai avviene il contrario? Chiacchiero con una persona e dopo cinque minuti ho già percepito un mix di lamentele, vittimismo, rabbia, rancore, frustrazione... Ecco la risposta alla domanda precedente. Come possiamo avere una vita felice e serena con simili emozioni? Il grosso guaio è che molti non si rendono conto di avere simili atteggiamenti, e se si rendono conto ci sguazzano per soddisfare dei benefici secondari. Purtroppo a scuola, a catechismo, i nostri genitori, insegnanti e maestri non ci insegnano questo, e se abbiamo la fortuna di rimboccarci le maniche e incontrare qualcuno che ci risvegli, bene, sennò arriveremo al capolinea dopo un'esistenza di miseria ed infelicità. Il bello è che il divino dentro di te ha fatto il miracolo di attrarre nella tua vita quello che volevi, se i tuoi pensieri, atteggiamenti, emozioni erano “negativi” (non mi piace usare questo termine ma è per farmi capire) allora il risultato sarà un'esistenza che rispecchierà ciò che hai provato e sentito. Il libro è intitolato, se vogliamo tradurlo, “Aspettarsi i miracoli”. Ora però vorrei chiarire un punto. In molte discipline l'aspettativa è un atteggiamento negativo e può inficiare il risultato stesso. E questo è vero. Se vogliamo essere pignoli il titolo del libro non è molto appropriato. Possiamo però distinguere fra un tipo di aspettativa basata sulla soddisfazione di desideri del nostro ego e su un diverso perseguimento di un fine, una meta, in questo caso qui seguiamo una Via, il Tao se vogliamo addentrarci in questa cultura orientale. Non vi è desiderio egoico, non vi è aspettativa ma solamente il lavoro su se stessi e il completo affidamento al volere divino. Questo non significa attendere con le mani in mano un miracolo dall'alto, ripeto, il primo passo è quello di darsi da fare. Darsi da fare senza aspettarsi nulla. Hai presente gli scultori che lavorano la sabbia? Poi il vento e l'acqua scioglie la scultura. Oppure quelli che scolpiscono il ghiaccio? Il calore poi scioglie la loro opera. Il lavoro è fine a se stesso... Il libro è meno interessante di altri libri dello stesso autore (vedi gli articoli: Zero Limits e The Key, La chiave) ma rimane comunque una piacevole e veloce lettura. È ricco di testimonianze proprie dell'autore e di altre persone, ed è un ripasso sulle tecniche già esposte nei libri precedenti. Mi riferisco a tecniche quali la LOA (Legge di Attrazione), Ho'oponopono e altre tecniche per cancellare le credenze limitanti che abbiamo nel nostro subconscio. Due capitoli sono dedicati a due argomenti che amo particolarmente, e cioè l'importanza del perdono e l'atteggiamento di gratitudine. Il segreto della gratitudine è ringraziare come se avessimo già ottenuto quello di cui abbiamo bisogno, che non è un mero desiderio egoico ma un dono incondizionato che ci aspetta di diritto, e se non lo abbiamo ancora ottenuto è solo responsabilità nostra. “Cercate piuttosto il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”.
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mercoledì 19 novembre 2014

Utilizza la tecnica Psych-K di R. M. Williams

Molti autori dei nostri tempi si sono accorti che ciò in cui crediamo è fondamentale per il successo o fallimento della nostra vita. In questi ultimi tempi si sono fatti veramente dei passi da gigante in questo senso, dobbiamo dar merito a persone d'oltreoceano come G. Braden, B. Lipton, J. Vitale, R. Williams, e molti altri. Per non parlare di tutta la struttura che riguarda le fondamenta da cui hanno preso spunto tali autori, come le antiche tradizioni esoteriche e spirituali di ogni paese e civiltà (che hanno detto sempre il giusto e il vero ma che l'unica mancanza che hanno avuto è forse quella di essere state abbastanza incomprensibili dalla maggioranza delle persone, vuoi per difetti di traduzione e vuoi per mantenere un certo margine di segretezza, per ragioni di autosalvaguardia principalmente), oppure anche altre metodologie che si sono sviluppate nell'ultima metà del secolo scorso, come le tecniche di visualizzazione, la PNL, o le ultime scoperte che riguardano la fisica quantistica. Quello in cui crediamo allora è la base di partenza per vivere una vita veramente degna di essere vissuta o vivere una vita fatta di rimpianti e rimorsi. Mi viene in mente un autore, A. Frossard, che diceva che “La spiritualità è l'ultimo dei nostri pensieri finché non diventa il primo dei nostri rimpianti”. Ed è vero. Se la tua vita non è basata su un fondamento di spiritualità, alla fine, quando si avvicina l'ultimo viaggio, il rimpianto di non aver dedicato parte della propria vita al senso spirituale dell'esistenza si fa sentire. Siamo esseri spirituali in un mondo virtuale, se la virtualità è importante in questa nostra vita, come giusto che sia, è importante sapere che questa virtualità è temporanea, finisce. Ma torniamo alle credenze. Ciò in cui credi rispecchia la tua realtà, e viceversa, la tua realtà rispecchia quello in cui credi. Un detto famoso attribuito a H. Ford è molto calzante in merito: “Che tu ci creda o no avrai comunque ragione”. Se credi per esempio che tutti gli uomini (o le donne) tradiscono allora avrai sicuramente dei partner che lo faranno. Se credi che la vita è dura e bisogna lavorare come dei muli per vivere e mangiare allora probabilmente la tua vita sarà così. Se credi che le persone ricche sono disoneste e hanno rubato per diventare tali allora sicuramente rimarrai povero perché non vuoi essere certo un disonesto e un ladro. Queste sono le credenze che spesso abbiamo, le abbiamo apprese per esperienza, oppure ci sono state insegnate dai genitori, dai maestri, da persone religiose, ecc. Possono essere credenze conscie, sappiamo ciò in cui crediamo, ma magari non ci rendiamo conto che sono false. Magari leggiamo, ci informiamo (da fonti veritiere, ovvio), e scopriamo che la nostra credenza era solamente una bufala, una leggenda metropolitana. Allora piano piano cambiamo atteggiamento, però scopriamo che non cambia molto nella nostra vita, continuano a succederci le stesse cose, la realtà non cambia di molto. Cosa significa? La nostra mente conscia è cambiata ma il nostro subconscio? La nostra mente subconscia continua a perseguire le stesse credenze che ha recepito un tempo ed è difficile fargli cambiare idea. Sono come dei programmi installati e se non conosciamo la maniera di sostituirli con dei programmi nuovi, ottimizzanti, continuano a lavorare a nostra insaputa limitandoci. La nostra mente subconscia rappresenta il 95% del totale (il rimanente 5% è ad uso della mente conscia) e lavora con una velocità di un milione di volte superiore rispetto alla mente conscia (anche se le ultime ricerche danno un numero ancora più elevato). Il guaio è che non abbiamo molto potere volitivo su questa parte della nostra mente. Come ho scritto prima il subconscio rappresenta un'enorme banca dati dove sono installati dei programmi che si sono installati in special modo durante la nostra infanzia o a seguito di esperienze con un forte impatto emotivo. Dobbiamo trovare dei metodi, delle tecniche per sostituire queste credenze limitanti dal subconscio così da permetterci di vivere finalmente la vita in assoluta libertà, altrimenti rimarremmo sempre schiavi di quei programmi debilitanti e limitanti. Una tecnica è per l'appunto Psych-K®. Messa a punto da R. Williams, e come dice lui stesso donatagli tramite una specie di visione, questo metodo serve per l'appunto a bilanciare ciò in cui crediamo consciamente, cioè far sì che diventi una verità anche per la nostra mente subconscia. Il metodo, per volere dello stesso autore, non viene divulgato tramite libri, video o altro, ma si apprende solo frequentando i corsi che si tengono oramai in molti paesi del mondo, Italia compresa. Questo non per un motivo economico ma per l'intenzione di mantenere la tecnica il più originale possibile, dato che sappiamo che molti altri metodi liberi da vincoli legali subiscono col tempo metamorfosi a volte discutibili. Un autore aggiunge questo, un altro toglie quest'altro e così si perde l'originalità del metodo. Non mi sento di discutere questa scelta che può in qualche modo limitare la diffusione di un metodo valido per cambiare la nostra vita, ma anche questa è solo una credenza.

Il libro in questione è recensito abbastanza negativamente soprattutto perché il titolo in italiano è fuorviante. Infatti nel libro si apprende tutto il sistema teorico sulle credenze ma non viene insegnato il metodo. Il titolo dell'originale americano è: “The Missing Piece Peace in your Life”, che tradotto letteralmente significa: “Il pezzo la pace perduta nella tua vita”, nessun messaggio fuorviante quindi. Allora per apprendere questo metodo ti consiglio di vedere l'elenco degli istruttori certificati sul sito ufficiale www.psych-k.com. Il libro rimane comunque un'ottima lettura per illuminarci su tutto il discorso “credenze”, su come testare con il test muscolare le credenze stesse, viene spiegata benissimo la differenza che sussiste fra le due menti e la differenza fra gli emisferi cerebrali. Viene inoltre spiegata l'influenza negativa che le credenze limitanti hanno sulla nostra vita e sulla nostra salute e come questo succede. Interessante anche il video con B. Lipton. Una lettura che consiglio senza l'aspettativa di apprendere il metodo stesso.
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martedì 11 novembre 2014

Il massaggio che trasforma di G. Saint Pierre e D. Boater

Dopo l'articolo “Reflessologia del piede” di A. Luciani torno ancora a scrivere sulla riflessologia. L'antica legge ermetica: “come in alto così in basso” non dovrebbe essere una novità per chi ha già intrapreso una qualche via di conoscenza dal sapore esoterico. Possiamo vederla anche: “come dentro così fuori”, o anche “come nel piccolo così nel grande”, e mai come nelle tecniche riflessologiche questa legge trova il suo riscontro. In una piccola zona o parte del nostro corpo troviamo riflesso l'intero corpo. Le zone sono parecchie, le orecchie, il viso, i denti, le mani, le iridi, il cuoio capelluto, perfino gli organi genitali, ma indubbiamente le zone più usate e conosciute rimangono quelle dei piedi. Non è un caso forse, i piedi sono la parte del nostro corpo che è per la maggior parte del tempo a contatto con la nostra madre terra. Vi sono diversi approcci nel massaggiare le zone riflesse sui piedi, e non solo quelle. Il metodo più conosciuto ed insegnato, per lo meno qui in occidente, è un sistema occidentalizzato, se mi si passa la parola. Ovvero, se ho un problema al fegato vado a massaggiare la zona relativa al fegato, magari aggiungendo dei massaggi che mi facilitano un lavoro di drenaggio, cioè di aiuto e di stimolazione per quegli organi deputati all'eliminazione di scorie e tossine. Magari aggiungo anche un massaggio sulla zona riflessa del sistema nervoso per rilassare ed eliminare lo stress. Questa tipologia di massaggio, tipicamente razionale, logica, adatta per la mente “quadrata” di noi occidentali non dico che non funzioni, anzi troviamo in essa molti punti a favore. Ma rimane certo un metodo, un approccio limitato, che non tiene conto di tutta una serie di “varie ed eventuali” che certamente fanno parte del nostro essere. Dove mettiamo le emozioni? E la mente? Per non parlare della parte spirituale che ci riguarda. Gli orientali sono più avanti di noi, lo sono sempre stati. Forse perché non hanno mai avuto personaggi come Cartesio, Galileo, Copernico. Questi sono stati dei grandissimi uomini geniali, non sto dicendo il contrario, ma hanno avuto però il merito, anche se a loro insaputa, di creare quel sistema scientifico tipicamente occidentale di spezzettare e schematizzare. Questo sistema, perfetto in certi frangenti, ha un grandissimo difetto o mancanza che fa parte delle leggi del sistema stesso: non tiene conto dell'indimostrabile e di quel concetto olistico, se vogliamo definirlo così, nel definire qualsiasi tipo di sistema, sia esso l'universo, l'uomo o qualunque altra cosa o fenomeno. Se di un qualcosa non riesco a dimostrarne l'esistenza semplicemente non esiste. Ma torniamo all'argomento riflessologia. I cinesi, per esempio, hanno un metodo di massaggio del piede che si chiama On Zon Su, tanto per sapere. L'autore e il libro che ho citato all'inizio, mi riferisco al libro di Luciani, ha un approccio diverso dal solito. Il punto di partenza dal quale si comincia a lavorare sono le emozioni. Utilizzando la conoscenza che mi dà la Medicina Tradizionale Cinese vado a lavorare su determinati punti riflessi con l'intenzione di sbloccare le emozioni che trovo bloccate. Ecco che in questo modo l'approccio è tipicamente emozionale e energetico. Nel libro “Il massaggio che trasforma” troviamo un approccio simile. La differenza è che l'energia che vado a sbloccare è quella che è rimasta bloccata in determinati momenti durante la nostra vita come embrioni e feti. È dunque durante i nove mesi di gestazione che possono verificarsi dei blocchi o degli ostacoli energetici, e con questo tipo di massaggio non faccio altro che liberare queste energie scatenando la forza vitale del soggetto che semplicemente innescherà un processo di autoguarigione e di crescita interiore. Il massaggio è semplicissimo, non occorre imparare nessuna tecnica o abilità. L'approccio è inconsueto per la nostra mente abituata a razionalizzare. Non ci interessa infatti avere l'intenzione o il desiderio di guarire da una determinata malattia o disturbo, anzi questo desiderio può inficiare il risultato stesso. Si dovrebbe partire con l'intenzione di massaggiare e basta, lasciando fare al potere creativo, energetico, di autoguarigione potenzialmente attivi in ognuno di noi di fare il loro lavoro naturale. Si possono risolvere problemi di vecchia data sia essi di tipo fisico che di tipo psicologico. Il metodo della tecnica metamorfica è stato messo a punto negli anni sessanta dal naturopata Robert St. John. Uno degli autori, Gaston Saint-Pierre, è stato allievo di St. John, e assieme all'allieva Debbie Boater ha scritto questo libro. Una buona parte del libro stesso è dedicata alla teoria, per un semplice motivo, la pratica è veramente facile e semplice, che comprende anche un massaggio di alcune zone delle mani e della testa. Leggendo la parte teorica si può percepire quanto l'insegnamento di questo metodo sia stato in passato avanti rispetto ai tempi, e in questo periodo si possono cogliere tutti gli aspetti rivoluzionari collegandoli per esempio alle teorie della fisica quantistica o della nuova biologia. Un aspetto interessante, per esempio, è che nel massaggio si va a trattare anche una zona corrispondente al preconcepimento, in pratica una zona che rappresenta un nostro aspetto energetico potenziale, fuori dal tempo, in quanto in teoria non esistevamo ancora, umanamente parlando, ma sicuramente già presenti agli occhi del divino. Una bellissima lettura segreta.
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martedì 4 novembre 2014

Il potere creativo dell'immaginazione di Neville Goddard

La nostra vita è incentrata sulle immagini. Pensiamo soltanto a quanto il senso della vista sia importante per l'uomo. Quando ero piccolo a volte si facevano dei giochini e me ne ricordo uno, che suonava più o meno così: se dovessi scegliere fra essere sordo o cieco cosa sceglieresti? Quasi tutti rispondevamo che essere sordi era da preferire. Ecco che è difficile immaginarsi una vita senza l'uso della vista che comporta a sua volta l'uso dell'immaginazione. Non riesco neanche ad immaginare cosa può immaginare (continuo con questo gioco di parole sulla parola immaginazione) una persona cieca dalla nascita, da dove può attingere le immagini che usa interiormente? Sicuramente ci saranno degli studi in merito, ma non è quello che mi prefiggo ora. Il fatto è che la nostra mente lavora essenzialmente per immagini, corredate da suoni, voci e addirittura odori e sapori. Quando pensiamo ad un evento del passato o ne creiamo uno ancora da succedere ce lo visualizziamo interiormente. Molti avranno una visualizzazione scadente, per altri sarà di qualità migliore, ma questo dipende perlopiù dall'allenamento. Se ci abituiamo a visualizzare, col tempo possiamo migliorare di molto la qualità del nostro film interiore. Questo è molto importante, come vedremo poi, perché una visualizzazione nitida e ricca di particolari è più potente di una visualizzazione di qualità scadente, in bianco e nero e con particolari sfuggenti. Oramai è assodato da quasi tutti gli studiosi della mente, noi usiamo quotidianamente solo un 5%, massimo 10% della nostra mente. Il restante, l'iceberg sommerso, è ad uso della nostra mente inconscia. Un dato sconvolgente poi è che la nostra mente inconscia riesce a processare dati un milione di volte più velocemente rispetto alla nostra mente conscia, non so se hai letto bene, ho scritto un milione di volte. E questo comporta naturalmente che sia anche molto più potente della nostra mente conscia, di quella mente che usiamo tutti i giorni in maniera consapevole. Ma una caratteristica della mente inconscia è data dal fatto che non riesce a distinguere fra la realtà e un evento immaginato vividamente. Se non ci credi prova a chiudere gli occhi e immagina di aprire il frigo e di trovare un piatto con il tuo dolce preferito. Lo prendi e te lo metti davanti sul tavolo e cominci ad usare la forchetta per mangiarlo, fai tutto con calma e visualizza più nitidamente possibile, scommetto che hai cominciato a salivare! Questa è la prova del fatto che la tua mente inconscia, che comanda anche tutti i processi fisiologici del tuo corpo, non distingue fra realtà e immaginazione. A questo punto la domanda che possiamo porci è: possiamo usare la facoltà dell'immaginazione a nostro vantaggio? Per raggiungere i nostri scopi? Certo! Se noi immaginiamo un evento, una situazione, un risultato che vogliamo ottenere, ed immaginiamo questo in maniera nitida, particolareggiata, e magari lo facciamo spesso, per diversi giorni, succede che l'inconscio crede che questo faccia parte della nostra realtà. Dato che abbiamo detto che l'inconscio è molto potente succede che a questo punto l'inconscio stesso metterà in moto tutta una serie di direttive, di spunti che, modificando l'interiore, si rifletteranno anche nel mondo esterno. Nel mondo della magia questo processo è chiamato magia mentale, ed in effetti siamo come dei maghi con il potere di modificare il mondo esterno però nel rispetto della libertà altrui che si adatterà, per un processo universale e divino quasi incomprensibile, ai nostri desideri e volontà. Questo libro parla proprio della facoltà dell'immaginazione, una facoltà creativa perché in definitiva noi siamo i creatori della nostra vita. Alcuni diranno: “Ma certo! E secondo te io sono il creatore e responsabile della vita meschina e miserabile che porto avanti? Conti da pagare, mancanza di lavoro, miseria, povertà, ecc.”. La risposta, anche se dura da digerire, è affermativa. La responsabilità è soggettiva, nel bene e nel male e soprattutto per tutto quanto, assolutamente tutto. In primo luogo molte credenze installate nell'inconscio giocano a sfavore rispetto a quello che si desidera o si vorrebbe essere, consciamente parlando. In secondo luogo situazioni del genere ci fanno quasi sempre immaginare e visualizzare altre circostanze intrise di emozioni negative, come rabbia, frustrazione, vittimismo, ecc., che attirano sempre di più la realtà che non vorremmo. È difficile spezzare questo circolo vizioso, e qui sta il coraggio del cambiamento, e raccogliere le forze per dire basta. Il sottotitolo del libro (di un'edizione più vecchia) recita: “La realtà oggettiva occorre soltanto attraverso l'immaginazione”, e sottolineo quanto vero risulta questo assunto. La nostra realtà esteriore dipende al 100% dalla nostra realtà interiore. Neville Goddard è considerato un mistico perché i suoi libri sono anche ricchi di riferimenti biblici, e questi sono messi in maniera logica per capirne il vero contenuto. Mai libro non fu mal compreso e mal interpretato come la bibbia, e soprattutto il Nuovo Testamento. Diverse citazioni anche da Blake, artista geniale del XIX secolo. Nei quindici capitoli del libro troviamo anche molte storie di gente comune che ha messo in pratica la facoltà creativa dell'immaginazione di un autore che ha influenzato in maniera determinante l'attuale Legge di Attrazione. Attenzione però, se dopo diverso tempo questa tecnica non funziona non è detto che sia inefficace, si dovrebbe lavorare sulle credenze inconsce che potrebbero essere molto ben radicate e tenaci, che se contrastano con i nostri presupposti, difficilmente li raggiungeremmo. Una piacevole lettura segreta.
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