giovedì 16 ottobre 2014

Il linguaggio delle tue emozioni di René Martina

L'emozione è una forma di comunicazione che spesso, in maniera molto evidente, mette in luce i nostri pensieri del momento. Una delle definizioni che ho trovato sul termine emozione, e che mi piace, è quella di energia in movimento, e-movere. Il pensiero genera un segnale che mette in moto in noi questa energia, chiamata appunto emozione, che si riflette specificatamente sul nostro fisico. Ecco che cambiamo il nostro atteggiamento, la maniera di parlare, camminare, gesticolare, ma influisce anche su quei fenomeni che non riusciamo consapevolmente a controllare, il battito cardiaco per esempio, o il fatto di arrossire. Le emozioni però, lo sanno tutti, possono essere piacevoli o spiacevoli. Non mi piace definirle, come fanno in molti, positive o negative perché penso che in effetti non vi sia nulla di negativo nell'universo. Negativo nel senso di un qualcosa da combattere, contrastare, eliminare. Il negativo è un qualcosa di essenziale nel nostro universo duale, si dovrebbe accettarne la presenza come un fatto naturale. Mi viene in mente l'atteggiamento di molti quando affermano che “tizio sta combattendo contro il cancro”. In realtà combattere qualcosa ne focalizza l'importanza nella nostra percezione di coscienza, così facendo invece di liberarci di questo qualcosa magari ne intensifichiamo il potere che ha su di noi. So che è difficile, ma la vera soluzione sta nel lasciar andare, anzi addirittura accogliere con amore questo evento “negativo”. Solo in questo modo riusciremo a sciogliere la presa che ha su di noi, ma questo è un altro discorso. Tornando alle emozioni, allora abbiamo quelle spiacevoli, che potremmo anche chiamare squilibranti, e quelle piacevoli che invece ci danno un senso di appagamento ed entusiasmo. Adesso mi viene in mente che in Medicina Cinese, credo il tipo di medicina più olistica in assoluto fra quelle di umana conoscenza, l'emozione è associata ad un organo e ad un viscere, assieme a molte altre cose, e questi se sono squilibrati, energeticamente parlando, possono farmi generare quel tipo di emozione particolare. Ecco per esempio che se ho il fegato in squilibrio energetico posso provare emozioni quali la rabbia, la collera, l'ira (da qui il detto: rodersi il fegato dalla rabbia). Oppure se è il cuore squilibrato la mia emozione potrebbe essere di dolore, dispiacere. Abbiamo detto prima che è il pensiero che fa muovere l'energia, così se ho pensieri di rabbia l'energia influirà su quegli organi collegati alla rabbia squilibrandoli, e il risultato è l'espressione esterna di questa energia, cioè l'emozione. Però la via è a doppio senso, posso avere un organo squilibrato che mi genera un certo tipo di pensieri che fanno muovere l'energia che si esprime poi con la relativa emozione. L'energia va dove va il pensiero, è questa una massima molto riccorrente in molte filosofie e discipline. L'energia scorre nel nostro corpo ma quasi sempre vi sono ingorghi, blocchi dove questa non scorre bene, oppure vi sono accumuli oppure carenze. Tutti questi ostacoli si sono formati nella nostra vita. Molto spesso durante l'infanzia si generano i più importanti. Quando viviamo una situazione molto emotiva di tipo spiacevole, per cui abbiamo un movimento molto intenso di energia, può succedere che la mente, quella inconscia, faccia una specie di imprinting energetico in certe zone particolari. Questo schema poi ce lo portiamo appresso tutta la vita senza rendercene conto e influenzerà tutte le emozioni spiacevoli che proveremo successivamente, emozioni uguali o associate, secondo determinate regole (i cinesi sono bravi in questo), a quella che mi ha generato l'imprinting. Ma veniamo al libro. Lettura di non molte pretese che però ha il pregio di illustrare brevemente, forse senza molto approfondire, alcune regole fondamentali che se adottate faranno in modo da farci liberare piano piano da quelle emozioni che ho definito spiacevoli. Vi sono all'interno anche delle sezioni che riguardano degli esercizi, alcuni di questi interessanti. Uno in particolare mi è piaciuto in quanto collega un'emozione ad un disagio o una reazione fisica, e fin qui niente di particolare, il bello è che se si immagina di intensificare quella reazione può succedere che dal nostro inconscio spunti fuori un ricordo o un'immagine dal nostro passato. Lavorando su quel ricordo o immagine, nella maniera proposta dall'autore, può succedere che si riesca a sbloccare l'energia e a risolvere il problema. Le regole che ho accennato prima sono quelle che si possono trovare un po' dovunque, come la regola dello specchio, oppure il fatto di assumersi la responsabilità, o ancora l'importanza di avere un focus, un obiettivo. Il succo di questa lettura è quello di farci capire che le emozioni hanno qualche cosa da dire, appunto il linguaggio delle emozioni, che va interpretato per risolvere la causa prima che genera le emozioni stesse. Buona lettura!
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